Carmelo Martinez

STRALCI CRITICI
L'artista ha preso stimolo dagli oggetti di rito e attorno a tali oggetti ha enucleato visualmente le immagini in cui l'uomo e la donna, investiti da una funzione quasi sacerdotale, compiono il rituale più antico e più vero, connaturato al nostro destino.
Carlo Franza
Nelle forme di Carmelo Martinez, che, nel perimetro chiuso della loro indiscussa plasticità, si lasciano determinare, non già dalle idee normative della cultura artistica, ma dal processo di formazione della legge fisica e dalla vitalità fisiologica, che esplode dal di dentro e ne condiziona le superfici.
Luigi Tallarico
L'Alfa e l'Omega, il principio e la fine: è chiaro, che al centro di queste sue premure, c'è l'uomo, nei momenti delle sue verità estremo. Tra i due poli, Martinez va costruendo il tessuto, la trama.
Gianni Barrella
La scultura «è l'arte delle sporgenze e delle rientranze, l'arte di rappresentare le forme nel gioco della luce e dell'ombra»? Certamente, ma Martinez giunge a questa azione fuori dall'accademismo vero e proprio.
Umberto Luigi Ronco
Queste figure di Martinez a prima vista cosi elementari nella linea e nel carattere; e che invece vogliono e riescono ad essere il risultato di una ricerca spietata verso l'essenza espressiva.
Ettore Pepere
Il problema fondamentale di Martinez è di legare in una sola anima quella del l'uomo con quella del tempo. Allora pensate quanto dolente e sacrificale sia per lui la «materia» con la quale cerca di fabbricare questa grande anima de la terra e della vita.

Poiché aspira a una reale unità non gli è sufficiente la stratificazione dei sogni, la sovrapposizione di civiltà e costumi diversi. Martinez non vuole costruire Babele. Ma sa bene in quale incastro ci troviamo, in quale groviglio ideologico per pensare alla Città del Sole. Con incantevole senso d'umanità Martinez ha deciso per un atto generoso e temerario, ha scelto la via più difficile, la via della comunicazione delle strutture con le sovrastrutture.

In altre parole ha deciso che la vita non è una forma a sé, una meteora persa ma una serie senza intervalli, se non antropomorfici, di segnali, messaggi che ricomposti danno un apparente significato, una logica comunitaria. Il mondo è il corpo, come le vene portano il sangue cosi le strade del tempo, le tracce portano la vita. Anche con questa consapevolezza, sembra ammonirci Martinez, si vince la solitudine, la paura delle distanze.

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