Emile Gallé nasce nel 1846 a Nancy, in Francia. La sua famiglia si occupa di vetro e ceramica, per cui è quasi naturale il suo avvicinamento a questo mondo.
Ciò che però è straordinario, è l’enorme quantità di interessi apparentemente non collegati tra loro che egli riesce a intrecciare con passione al suo lavoro.
Studia la botanica, la filosofia, la mineralogia, ama la prosa e la poesia.
Quando il padre si ritira nel 1874, prende il suo posto nella ditta di famiglia, la Maison Gallé-Reinemer, ampliandola e dimostrandosi subito un eccezionale imprenditore oltre che un genio del design.
La sua carriera è ricca di riconoscimenti: medaglie e premi alle Expo di Parigi del 1878, 1884 e 1889 (sia per i lavori in vetro che per le ceramiche, il legno e i mobili), la nomina a Comandante della Legione d’Onore, creazioni esposte a Parigi, Chicago, Saint Louis, e presenti in tutte le migliori collezioni dell’epoca, tra cui the Philadelphia Museum of Art e quelle delle famiglie reali Russe e Danesi.
Il suo stile, con enfasi verso il naturalismo e i motivi floreali, costituisce un’avanguardia della nascente Art Nouveau.
Le opere di Gallé non si possono comprendere senza conoscere la sua personalità, le sue passioni e le sue convinzioni.
Grande amante della letteratura, spesso trascrive sulle sue opere delle frasi significative di autori che ammira.
Uno dei principali punti di riferimento è Victor Hugo, che cita oltre cinquanta volte, oltre a poeti come Théophile Gautier per il vaso ‘La pluie au bassin fait des bulles’ e il vaso ‘Tetards’, e soprattutto Charles Baudelaire. Nel 1892, crea il vaso intitolato ‘Les Fonds de la Mer’, che è un omaggio al poeta e ad una delle sue celebri quartine: "O mer, nul ne connaît tes richesses intimes - Homme nul n'a sondé le fond de tes abîmes - Tant vous êtes jaloux - De garder vos secrets ". Nel 1896 realizza un armadietto intitolato ‘Les Fleurs du Mal’, totalmente intarsiato con piante scure e sinistre.
Le sue fonti d’ispirazione non sono solo romantiche, egli infatti utilizza anche versi di Virgilio, Esiodo, Dante e Shakespeare tra gli altri, e queste realizzazioni gli valgono una certa fama nell’ambiente dei salotti letterari e artistici di Parigi, dove gli vengono commissionati numerosi ordini.
Altre caratteristica, che pure lo accompagnerà sempre, è il suo grande fervore politico, l’impegno sociale e il patriottismo.
Come mostra nel tavolo ‘Sagittaire d’eau’, per lui l’arte può essere arma e veicolo di idee.
Durante l’affare Dreyfus, non esita a prendere posizione contro la Ragion di Stato e l’antisemitismo, nonostante il rischio di inimicizie. E’ un tema che si riflette anche nelle sue opere, come ad esempio il vaso ‘Les hommes noirs’. Causa, quella della comunità armena in Francia, che sosterrà anche in seguito e comparirà nel mobile ‘Le sang d’Arménie’.
Nel 1896 su di un vaso destinato all’amico Victor Prouvé egli scrive questi significativi versi di Hugo: “Ceux qui vivent, ce sont ceux qui luttent; ce sont ceux dont un dessein ferme emplit l'âme et le front.”.
Inoltre Gallé era coinvolto nella creazione della Lega di Difesa dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, e nella fondazione dell’Universale Popolare e dell’Alleanza Provinciale delle Industrie dell’Arte. Durante tutta la sua vita, Emile Gallé non interrompe mai la ricerca di nuove tecniche. Comincia a sperimentare il vetro smaltato nei ultimi anni 1870, dedicandosi con dedizione allo sviluppo della più vasta gamma di colori possibile, brillanti e resistenti. Utilizza anche vetri colorati in cui racchiude sostanze minerali che danno vita a tinte opalescenti di grande effetto visivo.
Dal 1889 adotta la tecnica dell’incisione con acido, che riduce di molto i tempi di lavoro rispetto all’incisione normale, permettendo la produzione di più articoli, che grazie a ciò possono essere distribuiti ad un prezzo inferiore. I difetti del vetro come polvere ed impurità, che potevano comparire durante la lavorazione, erano spesso trasformati in elementi decorativi.
Nel 1898 Emile Gallé brevetta la tecnica della Marqueterie sur verre, processo che consisteva nell’incorporare frammenti di vetro di vario spessore, forma e colori nella massa principale, per creare un disegno prestabilito. Combinando ciò alla costruzione su più strati, la palette a disposizione dell’artista era pressoché illimitata.
Molti degli oggetti, vasi e piatti che realizza tra il 1880 e il 1889 sono ispirati all’arte giapponese, sia nelle decorazioni che nelle forme.
Contemporaneamente però Gallé ha una passione quasi religiosa per la natura e addirittura scrive un trattato filosofico in cui afferma che la bellezza è la verità e la verità è nella natura, che deriva direttamente dal divino, e la molteplicità delle sue forme e colori è l’espressione della molteplicità e inifinità di Dio. Questo è anche il motivo per cui ritiene che ogni oggetto debba essere unico, e auspica un ritorno all’artigianato, detestando le produzioni seriali.
Esplorato il mondo vegetale, a partire dal 1900 si interessa al mondo degli insetti e degli animali. Dopo uno studio sulle libellule realizza la tazza ‘Libellule’, nel cui vetro include una libellula, e poi dei vasi intitolati allo scarabeo, la razza, e una serie sul tema della rana e i girini. In seguito compaiono temi decorativi ispirati dalla geologia.
Inoltre, a partire dagli anni 1870 realizza più oggetti con decorazioni scure e simboliche, verso una lenta transizione verso visioni fantastiche, sogni ed incubi che sembrano anticipare certi temi surrealisti. Le rappresentazioni figurative vere e proprie sono rare, e questo conferisce loro una forza e un valore ancora maggiori.
http://www.britannica.com/EBchecked/topic/224265/Emile-Galle //
http://it.wikipedia.org/wiki/Emile_Gall%C3%A9 //
http://patrizia-isentieridellarte.blogspot.it/2010/03/emile-gallechi-era-costui.html
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